Perù 7. Viaggiare ai tempi del corona

Finisco sempre in qualche crepaccio. Forse ci finisco perché sono altoatesina. La gente di città finisce in buca, quelli della pianura finiscono in merda e quelli delle marine hanno il cervello che va in acqua.
Il crepaccio odierno è un bus che parte da Pucallpa per Lima e un volo che da Lima arriva a Milano. Continuo a sentire una profonda distanza fra me e l’idea di tornare a casa ma al contempo mi rendo conto di essere in un posto lontano, del quale non conosco la lingua e nel quale, in caso di bisogno, non ho alcuna protezione.
Qui sto bene, la mattina lavo le pentole che il cuoco sporca, se mi sento abbastanza in forze seguo il giardiniere e strappo erbe, seguo la mia dieta con l’albero Bolaquiro, scribacchio, mangio, ozio e dormo.
Sto imparando a oziare.
Non avevo la minima idea di cosa significasse riposare. Per me riposo era stare ferma un quarto d’ora, giusto il tempo per inventarmi qualche cosa da fare tipo lucidare i sandali o ingarbugliare la polvere e poi spolverarla. Ora riposo per ore buttata sull’amaca davanti al fiume Ucayali. Che bellezza.

Parlo con José che è un palero, ovvero un curandero che somministra una dieta utilizzando alberi di alto fusto. La dieta è un processo che dura dai 28 giorni fino a sei sette mesi. La dieta consiste nel bere estratti vegetali sotto forma di decotti, infusi o tinture madri per un certo numero di giorni, da quattro a otto, e poi nel mantenere un semi digiuno e un’alimentazione priva di sale, olio e altri alimenti per un tempo più lungo.
Ci sono molte possibili  ordini in natura ma José è sintonizzato sull’Orden de los Palos ovvero dieta solo alberi di alto fusto, non liane né piante arbustive.
E’ una persona con lo sguardo limpido e fermo, il fisico asciutto ed elastico. Usa un profumo molto forte che si accorda bene con il suo odore naturale. Non che io avverta l’odore della sua pelle ma sono dotata di un forte senso dell’olfatto e i profumi mi parlano da sempre. Quando una mescolanza di odori stride, la chiamo puzza. Certi ottimi profumi su certe pelli fanno skreeek, dissonano, rimangono alcolici e per me sono una puzza. Certi cattivi odori sono armoniosissimi. Lui ha un buonissimo odore.
Quando il palero mi spiega, non capisco bene tutto quello che dice perché no hablo espanol .
Cerco di rilassarmi dentro le sue parole e di aprire il traduttore del cuore.
Capisco quello che capisco, e se anche capisco cose che lui non ha detto, io le ho capite lo stesso.
Non sono tempi in cui il rigore scientifico mi pare particolarmente brillante e mi concedo delle licenze.
Dicevo: l’Ordine degli Alberi.
Dalla connessione con gli alberi deriva il sapere del palero, la sua visione, la sua intercessione con l’umano mondo. Attraverso il colloquio con le piante il palero vede l’energia delle persone, sente le loro emozioni, e navigando attraverso i loro vuoti li riconnette con le parti piene. La sua conoscenza è fatta di un apprendistato lunghissimo, vita per mesi se non anni nella foresta, conoscenza delle piante, dieta quasi permanente fino a che lo spazio dell’intuizione si fa un linguaggio di certezza che rinnova il patto con la realtà.
Qualche giorno José fa mi faceva un esempio. Mi diceva che l’anima è come uno specchio che all’inizio della vita è intero. Sin da subito però, tutto ciò che non è in sintonia con la frequenza dello specchio, lo rompe lasciando i pezzi composti come un mosaico aperto. Piccoli traumi, ferite e dolori, mano a mano, divaricano sempre di più lo spazio fra le tessere dello specchio fino a fare sì che questo non sia più riconoscibile come un’intero. Nello spazio fra le tessere prende posto la fragilitad, dove si insinua la parte oscura, la confusione mentale, il desorden, il non sapere più di se stessi. In questo spazio cominciano a immagazzinarsi informazioni non originarie, non pure che spostano la direzione della vita dal suo punto di equilibrio, dal suo naturale destino, fino a farne un vero e proprio guazzabuglio.
Nel racconto di Josè, il sentimento, per essere nutriente, deve trovarsi nello spazio dell’armonia  e non nel vuoto fra le tessere del mosaico dell’anima, non deve trovarsi nella fragilitad.
Se il sentimento si trova lì, si avverte dolore, solitudine, tristezza, paura.
Ecco, l’idea di disordine è importante, contrapposta a quella di orden della naturaleza.

Nella tradizione peruviana le piante hanno sempre aiutato gli uomini a curarsi, a comprendere il ciclo della vita e dello spirito. Sono le piante stesse a rivelare come possono essere utili. Chi è connesso con l’ordine della foresta, ascoltando la loro voce impara come si fa a preparare le medicine, quali parti vanno combinate, cotte, filtrate e somministrate, quando e per quanto tempo.
La naturaleza è il luogo dove il privilegio della sabiduria si manifesta.
L’albero è vivo e ha sabiduria. Gli alberi hanno energia e hanno conoscenza sulla materia perché la materia vive di energia. Per questo il mondo vegetale cura e guarisce.

Ho a lungo riflettuto sulla differenza fra curare, guarire e sanare.
Il primo è un modo della terapia meccanicista, il corpo si rompe, il corpo si aggiusta. Avere cura riporta ai gesti della manutenzione. La guarigione è un esito della malattia, una fase conclusiva ma che ne trattiene le cicatrici siano esse di corpo che di spirito. L’essere sanati invece è un evento originario, una rimessa a nuovo, un’assoluzione plenaria, una reintegrazione, una rinascita, un punto zero.
Quando si dieta una pianta la si invita a prendere il posto della fragilità. La sua materia entra nel corpo e viene assorbita dai tessuti come medicina mentre il suo spirito si sprigiona dentro di noi. Lo spirito, come il vento fa il suo giro e principalmente, essendo aria, va dove c’è il vuoto e così si infila nello spazio fra le tessere dell’anima, nella fragilitad e vi porta la sua informazione. Rimette in ordine.

Bene, ho raccontato tutto questo per prendere tempo nella decisione relativa all’autobus per Lima.
Non mi sento diversa da quanto ho iniziato a scrivere e, fra un’interruzione e un’altra, sono passate diverse ore.
Sono ancora indecisa.
Dicono i saggi: quando non sai cosa fare non fare nulla.
Ora dormo e buonanotte.

Pucallpa 9 Aprile 2020
Olivia Flaim

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