05 Dic Qabbalah. L’Albero della Vita e i Sentieri
L’Albero della Vita si compone dei quattro Mondi di Atziluth, Briah, Yetzirah e Assiah e di trentadue Sentieri o Vie. Dieci di queste Vie sono le Sephiroth, parola plurale la cui traduzione è: “Vasi, Sfere, Zaffiri, Detti, Nomi, Luci, Corone, Essenze, Contenitori”. Le altre ventidue Vie sono quelle che collegano fra loro le Sfere. Queste ultime sono abitate dalle ventidue Lettere dell’alfabeto ebraico.
Delle Sephiroth la mistica ebraica dice che sono emanazioni del pensiero di Dio e che esse, luci divine, forze attive, sono contenitori, vasi appunto, nei quali si manifestano le potenze creatrici di Dio. Le Sephiroth sono la molteplicità insita nella dinamica unità della vita di Dio. Esse sono strutturate in tre triadi e rappresentano il primo uomo, con il suo humus colorato e le dieci Parole di Potere della creazione.
La prima triade è costituita dalle Sephiroth: Kether, Corona Suprema; Chokmah, Saggezza; Binah, Intelligenza. Queste tre potenze sono estatiche e così strettamente connesse l’una all’altra da risultare inaccessibili alla mente umana.
La seconda triade è costituita da: Chesed, Grazia; Geburah, Potere, infine dalla sfera Tiphareth, Bellezza che equilibra queste due forze.
La terza triade è formata da Netzach, Vittoria; Hod, Gloria, che si fondono nella nona Sephirah: Yesod, Fondamento. Yesod rappresenta ciò che dall’alto sostiene il mondo che conosciamo e cioè il Regno di Malkut, la decima sfera. Ess è detta Regno poiché il dominio divino include, a questo livello della forza, tutte le emanazioni e potenze. Malkut di per sé non possiede alcuna forza attiva propria, ma rappresenta unitariamente il luogo dove tutte le altre energie coabitano. Se Malkut venisse abbandonata dal soffio divino, si polverizzerebbe avviando velocemente il processo entropico di autodistruzione. Si può anche dire che Keter, Chokmah e Binah sono intellettuali e occulte, mentre le successive sette corrispondono ai giorni della settimana, ovvero al ciclo sempre attuale e continuo della Genesi. Chesed, Geburah e Tipharet sono psichiche mentre Netzach, Hod, Yesod e Malkut sono naturali.
I ventidue Sentieri che congiungono le Sephiroth sono costituiti dalle ventidue Lettere dell’alfabeto ebraico, il quale si compone di sole consonanti che vengono vocalizzate con dei segni in forma di puntini che ne rendono possibile la pronuncia. Le parole ebraiche sono composte sulla base di radici generalmente formate da tre lettere, le quali esprimono l’energia della parola prima ancora che il suo significato.
Le Lettere, secondo la mistica ebraica, sono vere e proprie intelligenze che attivamente cesellano la realtà in modo molto più ricco che non solo attraverso la nominazione delle cose. Le Lettere offrono, a ciò che ancora è celato dietro il velo della coscienza, la forza e la tensione necessaria per la sua nascita. C’è differenza fra singola Lettera e parola. Le parole esercitano un forte potere creativo sulla mente: basta che qualcuno dica “tavolo” e immediatamente si prende coscienza dell’immagine o dell’idea del tavolo.
Tutte le parole contribuiscono a delineare, sfaccettare, specificare, arricchire, circoscrivere, descrivere (e avanti ancora) il pensiero e lo sviluppo di ciò che percepiamo, mettendoci nella condizione di elaborare pensieri e di avere, con ogni parola nuova, dato forma a sempre nuove sezioni di realtà.
Di questa capacità creativa del linguaggio, molti mistici e sciamani sono perfettamente consapevoli.
Altro da questo è però l’avvicinamento a quella parte della mistica che, anche in alfabeti diversi da quello ebraico, come quello sanscrito o arabo, fa delle singole lettere qualche cosa di più che semplici segni buoni essenzialmente solo per comporre parole. Questi alfabeti sacri fanno della Lettera forza e forma del divino, essenza dello Spazio e dello Spirito, Luce che segnala la presenza di lati interiori immanenti, sconfinati e segreti. Lati che esprimono qualche cosa di non verbale e che rimane perlopiù inespresso allo sguardo superficiale ma che, invece, si rivela al meditante o a colui che, forse meno ingenuo dell’uomo commerciale, sappia attendere quel surplus di informazione che da essa sprigiona.
Olivia Flaim. Abstract da L’ Albero dei Tarocchi. Le vie cabalistiche degli arcan Ed. Nuova Ipsa
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