Il tempo non aiuta a uscire da una crisi amorosa

La sofferenza per amore è culturalmente molto sottovalutata.
La cura socialmente prescritta per chi ha un crepacuore è: “vedrai che tutto passa”; “il tempo guarisce”.
Non è così. Ti aiuto a uscire da questa credenza.

Innanzi tutto:
PORTATI RISPETTO SE STAI MALE PER AMORE!

Chi è in crisi d’amore è considerato debole, immaturo, confuso, figlio di mamma, figlia di papà, senza “attributi”, senza dignità.
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I commenti degli amici, a chi non trova né sonno né pace perché ha il cuore spezzato, sono del tipo:
“dai che tutto passa”, “vai avanti”, “trovatene un altro, altra” e via andare con un coro di simili imbecillità.
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Chi sta soffrendo per amore, MERITA RISPETTO perché sta malissimo.
Tutta la sua vita è in discussione, i suoi sentimenti, le sue prospettive.
Anche il lavoro va spesso in crisi, soprattutto quando è una parte identitaria della persona.
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“Ah ma se soffri così non era amore”
“Se c’è tradimento non c’è amore”
“L’amore non fa soffrire”
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Con il risultato che tu, chi stai come la capra sotto la panca, oltre al dolore che provi, ti ritrovi anche a dover mentire agli amici sulla tua “ripresa” per non fare la figura del cretino o della debole.
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Chi ha avuto l’avventura di conoscere le notti in bianco, le palpitazioni, l’attesa di una rassicurazione, il dubbio su cosa fare-non-fare sa bene quale tritatutto sia una crisi sentimentale.
Quanti siano i valori che simultaneamente sono messi in crisi.
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Mi occupo da anni ormai di sostenere chi sia finito nel calderone del cuore bollente.
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Me ne occupo perché ho conosciuto bene quel dolore e anche la necessità di occultarlo.
Sono stata una sofferente con lode.

Così mi sono specializzata nella vita, studiando sui libri, nei corsi di psicologia, nei ritiri spirituali, nei viaggi in solitaria.
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Ho testato la mia sofferenza in prima persona e so cosa mi è servito e cosa no.
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Siccome non sono una persona speciale e funziono similmente a te, ho scoperto con la pratica che quello che ha funzionato bene su di me, è molto probabile che lavori bene anche per te.
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Di questo ho avuto prova negli anni di esercizio della mia professione.
Ho sostenuto molte persone, uomini e donne, a circumnavigare il dolore amoroso.
Ho imparato tantissimo dai loro racconti, dalla composizione delle loro emozioni e ho avuto la possibilità di velocizzare il loro processo di trasformazione del dolore in qualcosa che via via si fa più chiaro.
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Di una cosa sono ormai certa.
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Il fattore tempo non serve a uscire da una crisi d’amore, anzi più il tempo trascorre, trascinando un dolore non elaborato, più il tuo cuore impara a difendersi congelandosi, rifiutando, discriminando, analizzando.
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Il tempo passato a sopportare il dolore semplicemente ti rende vecchio dentro anche a vent’anni.
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Il dolore del cuore necessita cura, presenza a volte continua, dolcezza, e sicurezza senza dogmatismi e definizioni.
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Il dolore del cuore non è comodo ma è salvifico.
Ha una grande missione nella tua vita: sfatare le tue illusioni perché ti porta a ristrutturare tutto quello che, a tua insaputa, era falso per te.
Credenze, immagini mentali, desideri amorosi “commerciali”.
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Ecco perché è nato il mio percorso #ÈOraDiAmare.
É nato dal profondo rispetto, dall’empatia e dal rispetto che provo per il profondo disagio di chi ha un crepacuore.
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Dicono di me che sono chirurgica nel mio lavoro perché non lascio spazio alla lamentela e perché combatto il vittimismo innato di chi, soffrendo, spalma colpe a destra e manca.
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Prendere la parte migliore del proprio dolore significa cominciare ad agire la visione, cercare la bellezza, sviluppare meraviglia e fede. Non speranza, no. Fede. Fede filosofica, fede senza altro che la fede stessa.
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Se ti stai chiedendo in quanto tempo starai meglio posso solo dirti che prima incominci a lavorare su di te, prima troverai le risorse per sentire di nuovo che la vita è bella.
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