Equivoci

Ci sono equivoci.
Restano silenti finché un sottile sentimento, una piccola nausea all’altezza dello stomaco, agita la consapevolezza sulla possibilità di un errore o una svista.
Quel che pareva normale o accettabile, d’improvviso appare, se non ingiusto, perlomeno non esatto.
Gli equivoci sono i crinali delle possibilità, i punti di partenza dei modi, delle convenzioni e dei paradigmi.
Al di qua del crinale, in zona sicurezza, ci sono le filosofie, le religioni, i pensieri, gli architetti, i medici e tutta la manovalanza umana. Nessun equivoco ha la forza di penetrare negli stomaci a prova di bomba di chi crede dogmaticamente e così costoro rimangono al di qua, dove ci sono le reti di protezione e i salvagenti che permettono di non annegare nel dubbio.
Al di là del crinale, restano l’Intangibile, l’Ineffabile, l’Essenziale, il Grandioso e il Minuscolo.
Da questa parte del crinale vanno gli artisti, i visionari, i cercatori, gli sconclusionati e i profeti. A volte gli scienziati. Sbirciano, trovano e rinnovano i modi di pensare.
Il dibattito è figlio degli equivoci.
Chi sente sottopelle un equivoco, prova a tirare il freno delle conclusioni che altri perpetuano in virtù di credenze date per scontate.
Magari alza anche la voce oltre a tirare il freno ma …

Io vivo sul crinale. Ho un talento per stare scomoda e, al contempo, per nutrire il mio senso di realtà con quella che molti chiamano fantasia.

Così è.
Così si dice.
“Ma no! Dai!!! Proviamo …”.