AIUTO!! … il counseling esistenziale

Il counseling consiste in una “relazione d’aiuto”.
Aiutare è una “parola valigia” all’interno della quale ci sono molti significati ma soprattutto un mare di emozioni.

“Mi sento male”
“Non so cosa fare”
“Non dormo la notte … ho pensieri”
“Aiutami a uscire da tutto questo … “

Confusione, scoramento, dolore, paura, mancanza di libertà, senso di perdita e desideri indistinti o contrastanti spingono a cercare aiuto. I ripetuti fallimenti e conflitti o il riconoscimento delle proprie inabilità, sono onde che gettando l’anima sulla scogliera, la fanno anelare ad una sdraio sulla spiaggia, ad un aiuto.

Cosa significa  aiutare?
Il vocabolario dice: soccorrere, difendere, giovare, proteggere, sollevare, far comprendere, spostare da dove l’altro è, trarre d’impaccio.

Queste parole identificano le richieste implicite di chiunque si stia avvicinando al counseling ma non identificano certamente il suo obiettivo. Per me un obiettivo del counseling è poetizzare la vita, renderla più ricca di opportunità e di sensibilità.

Mi piace pensare poeticamente perché la poesia sconfigge la logica del risultato e dell’obiettivo, che sento essere vuote funzioni di una commercializzazione sociale del benessere.
Mi piace pensare che chi varca la soglia del mio studio possa trovare una condizione per sperimentare spazi inattesi, emozioni insospettate e che infine troverà da sé il luogo migliore per se stesso.

Poeticamente quindi, un obiettivo del counseling psicologico potrebbe essere, solo a titolo di esempio, quello di riscoprire i quattro punti cardinali e le loro qualità.

Il Nord, regione fredda e oscura, luogo dell’esilio e della solitudine nella quale la terra impone con il silenzio la conoscenza di sé.
Per poi passare all’Est, al sorgere del Sole e della brezza mattutina che spazza le paure dell’anima e regala eccitazione e vitalità.
Il Sud, con la sua fioritura, il cibo dolce e facile da cogliere, la gioia dei sentimenti, la condivisione, la compagnia.
Infine l’Ovest che rappresenta il tramonto, l’essenza e la sintesi delle cose, il senso della vita e la sua memoria profonda.

Tutto questo perché, poi, ognuno possa fare con l’esperienza fatta quello che vuole, ciò che sentirà come buono per sé e che io, proprio non posso sapere.

Olivia Flaim